LA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE DEI MATERIALI PER FACCIATE E FINESTRE

Da uno studio condotto da Drees & Sommer risulta che utilizzare legno, alluminio o PVC porta ad avere gli stessi risultati in termini di sostenibilità.

Martedì 3 Febbraio 2015

Il parere comune e diffuso è che il legno sia il materiale per facciate e finestre più sostenibile. Per stabilire la veridicità di questa affermazione, il team di lavoro di Drees & Sommer, società di consulenza nel campo del real estate, in collaborazione con PE International, ha intrapreso uno studio approfondito per valutare la sostenibilità di diversi materiali utilizzati nelle facciate e nelle finestre. In particolare, lo studio si è concentrato su alluminio, legno e PVC, materiali che sono stati analizzati in termini ecologici, economici, funzionali e sociali. Gli esperti del team, inoltre, hanno determinato e confrontato altri fattori tra cui gli audit ambientali, i costi del ciclo di vita, i calcoli di comfort, e la separabilità dei materiali.

EDIFICI COMMERCIALI. Dal grafico è possibile notare che le differenze di performance dei diversi materiali impiegati in edifici commerciali sono tra loro minime.

EDIFICI RESIDENZIALI. Negli edifici residenziali la differenza tra i materiali, seppure minima, si nota comunque di più rispetto all’utilizzo in strutture commerciali.

CONCLUSIONI. Risultato del rapporto è che nessun materiale offre le migliori prestazioni di sostenibilità in termini assoluti secondo tutti i criteri individuati e che, dal punto di vista della sostenibilità, i diversi materiali sostanzialmente si equivalgono.

Ecologico, ecosostenibile, ecocompatibile. Su Internet spopolano queste e altre espressioni, ma bisogna prestare attenzione al significato che si nasconde dietro termini apparentemente simili.

Ecologico si riferisce a ciò che fa parte dell’ambiente naturale. In maniera analoga viene considerato ecosostenibile “ciò che porta ad agire l’uomo in modo che il consumo di risorse sia tale che la generazione successiva riceva la stessa quantità di risorse che noi abbiamo ricevuto dalla generazione precedente”. “Ecocompatibile” infine, termine usato spesso in architettura, si riferisce a immobili e processi che richiedono un consumo ridotto di risorse ambientali o che generano un basso livello d’inquinamento ambientale.

In edilizia sono sempre di più le case passive, costruite secondo criteri che permettono di ridurre le emissioni inquinanti grazie alla corretta esposizione dell’edificio e all’utilizzo di materiali isolanti. Quello che si tende a ignorare è che uno dei materiali più usati per isolare, la lana di roccia, è sì ecologico, ma anche molto “costoso” in termini ambientali. L’estrazione di questa materia, infatti, richiede la fusione della roccia vulcanica a una temperatura non inferiore a 1.500 gradi.

Per converso un prodotto che ha ben poco di naturale, come ad esempio lo pneumatico, può essere trasformato in piastrelle di gomma o in cordoli senza emissione di scorie o fumi nocivi.

Anche la produzione del PVC (Polivinilcloruro), un materiale plastico derivato dal petrolio, può essere considerato più ecosostenibile di altri. La realizzazione di questo prodotto, infatti, presenta un impatto relativamente basso nelle fasi di estrazione, trasporto e stoccaggio, ma anche durante il suo uso quotidiano e alla fine del proprio ciclo di vita.

Per questo è importante non limitarsi a considerare solo una faccia della medaglia e valutare in maniera critica l’impatto ambientale non solo di materie prime e prodotti finali, ma anche dei processi che stanno alla base della trasformazione.

Ho voluto riprendere questi due articoli scritti nel 2015, il primo indipendente ovvero senza interessi di parte nel consigliare i materiali da utilizzare ed il secondo scritto da me in quanto a mio avviso rappresentano la sintesi del “problema ambientale” del settore . Vorrei fare anche una doverosa e necessaria premessa in quanto nel settore sono conosciuto come il “difensore” dei serramenti in PVC vista l’attività di promozione che ho svolto per più di dieci anni per due delle più importanti multinazionali del settore. La mia attività però non era di vendita ma di promozione delle Norme e delle Leggi che regolavano il settore che per troppo tempo sono restate disattese soprattutto dal mondo professionale anche del settore Pubblico per non parlare dei serramentisti. Un lavoro immane visto il numero dei professionisti presenti nel territorio oltre 150.000. L’obbiettivo che ho sempre dichiarato durante i miei incontri era molto semplice a parità di prestazioni richieste il rapporto qualità/prezzo generalmente è a favore del serramento in PVC che guarda caso per questo motivo è il primo materiale utilizzato nella costruzione dei serramenti praticamente in tutta Europa. Ho voluto fare questa precisazione in quanto soprattutto in quel periodo la crescita molto importante dei serramenti in PVC a scapito dei tradizionali, Legno ed Alluminio, hanno costretto i serramentisti che non lo utilizzavano ad utilizzare qualsiasi mezzo pur di screditare il materiale diffondendo false notizie relative al pessimo impatto ambientale del PVC , al fatto di essere cancerogeno in quanto contengono “Ftalati” (cosa non vera in quanto gli ftalati servono a rendere morbido il PVC mentre i serramenti sono realizzati in PVC rigido) spingendosi addirittura a dire che i serramenti in PVC rendono sterili le persone!!!???. Successivamente il fenomeno si è placato soprattutto grazie all’arrivo sempre più importante dei serramenti di importazione che hanno permesso a questi serramentisti di diventare dei “produttori” a loro volta di serramenti in PVC. E proprio da questa indiscriminata importazione che hanno cominciato ad esserci i primi problemi relativi alle mancate prestazioni , al mancato rispetto delle Leggi e delle Normative in vigore in Italia in quanto non tutti i serramenti in PVC (ma anche gli altri) sono uguali come già in precedenza ampiamente spiegato. Una cosa che ritengo importante chiarire è che molti di questi serramentisti non dichiaravano e non dichiarano la provenienza dei prodotti da loro venduti a volte nascondendo la documentazione relativa alla Marcatura CE o falsificandola per cui vi rimando al capitolo della Marcatura CE per farvi vedere i documenti come devono essere realizzati per essere conformi al Regolamento Europeo 305/11. In definitiva nessuna remora nello scegliere un materiale rispetto all’altro dal punto di vista ambientale in quanto praticamente si equivalgono scegliete piuttosto con altri parametri ma mi raccomando lasciate il prezzo all’ultimo posto perché ricordatevi sempre il detto “chi più spende meno spende” ma sempre con la consapevolezza e conoscenza di quello che state acquistando. UNIONSERRAMENTI Serramentisti Italiani è comunque sempre a Vostra disposizione in maniera gratuita per le Vostre richieste.