LA SCELTA DEL SERRAMENTI: ALLUMINIO, LEGNO, PVC, O MISTI

Non ritengo che nell’attuale mercato del serramento esista un materiale migliore rispetto ad un altro piuttosto, nel rispetto delle prestazioni legislative e normative, credo ci siano situazioni in cui un prodotto si presta ad essere usato di più rispetto ad un altro. L’Italia poi come spesso accade anche in altri ambiti oltre che nell’edilizia, è un paese a sé stante, unico nel suo genere, un paese carico di storia, ma anche di contraddizioni dove i Romani hanno costruito edifici, strade, acquedotti ecc. che a distanza di 2000 anni sono ancora al loro posto, ora cadono i ponti che non hanno neppure 50 anni di esercizio. Lo stesso discorso vale anche per le palazzine che, a causa del risparmio sui materiali utilizzati per la loro costruzione, sono a rischio. Conclusione! Sembra che cambiare le metodologie costruttive in Italia sia un’ impresa quasi impossibile perché tutto deve rimanere immutato.

È per questo motivo che per esempio il serramento in PVC ha dovuto aspettare quasi 40 anni e l’emanazione di una vera legge sul risparmio energetico, fra l’altro imposta dai Regolamenti Europei, per poter ottenere quella quota di mercato che oggi ha e che di fatto si divide grosso modo in tre tra Alluminio, legno ed il PVC appunto. I materiali misti e compositi sono poi equamente divisi negli stessi ambiti quindi Legno/PVC/Alu oppure Alu/PVC/Legno e via così, con prodotti veramente all’avanguardia anche a livello internazionale. Credo quindi che ognuno abbia i propri ambiti, parlo della scelta dei materiali naturalmente, e soprattutto i propri limiti. Ritengo per esempio che utilizzare il PVC per le attività commerciali o anche le mini-facciate, sia una forzatura, come d’altronde lo è utilizzare l’Alluminio nel settore casa, soprattutto nella ristrutturazione, il legno poi appartiene oramai all’élite del serramento, con la capacità di proporre qualcosa di veramente unico ma nella fascia alta del mercato, diffidate di serramenti in legno troppo economici probabilmente sono di importazione, di produzione industriale ma soprattutto realizzati con legname di scarsa qualità.

Proviamo ad analizzare ora i rischi che si potrebbero incontrare nella scelta dei vari materiali.

Alluminio:

Prodotto estremamente versatile molto apprezzato dagli studi di architettura in quanto offre una gamma di soluzioni tecniche quasi infinita sia a livello di prestazioni che di proposte a livello estetico; il problema principale oggi è il costo abbastanza elevato per ottenere prestazioni termiche ed acustiche in linea con la legislazione sul risparmio energetico e sull’acustica.

Uno dei rischi principali è che Vi venga proposto un profilo con determinate caratteristiche di trasmittanza termica ed in realtà ne viene istallato uno differente, ovvero medesimo profilo ma con un taglio termico di dimensioni inferiori rispetto a quello che si dovrebbe effettivamente utilizzare oppure come mi è già successo in alcune cause in Tribunale hanno spacciato il “Taglio Termico” con il “Giunto aperto”.

Legno:

Non posso decisamente definirmi un esperto del settore relativo ai serramenti in legno, come d’altronde non lo sono del settore dell’ alluminio, ma in tutti e due i casi, come poi potrete approfondire meglio nel successivo capitolo dedicato al PVC, vale il concetto della verifica della Marcatura CE che dovrebbe garantire, se corretta, le reali prestazioni dei serramenti proposti. Da questo punto di vista purtroppo il settore del legno ha faticato molto ad allinearsi ai nuovi parametri europei e molti dei contenziosi che ho dovuto affrontare provenivano purtroppo da questo settore paradossalmente per forniture non di serramenti in legno ma in PVC di importazione che alla fine sono stati trattati come se fossero stati realizzati in legno, con pose scorrette e modifiche eseguite in cantiere che ne hanno modificato le prestazioni.

Il nuovo concetto di edilizia ad elevato risparmio energetico oramai non lascia più niente al caso, all’”abbiamo sempre fatto cosi” o “all’eseguito a regola d’arte” perché, come già riportato in altre parti del sito, il risultato del nostro “moderno” parco immobiliare (tutto ciò che è stato costruito dagli anni 60 in poi) purtroppo ci condanna all’ultimo posto nell’ambito dei consumi energetici con una media impressionante di 190/220 Kw/mq anno contro una media europea che si attesta sui 70/80 Kw/mq anno.

Il problema, a mio avviso, del campo del legno è la mancanza dei veri artigiani di questo materiale che hanno fatto grande il settore fino agli anni 80, dove il vero artigiano realizzava delle vere e proprie opere d’arte (ho visto finestre e persiane realizzate ad Amatrice, prima del terremoto, da un artigiano locale che avevo scambiate per nuove ed avevano oltre 20 anni di vita, erano perfette. Da quel periodo in poi sono subentrati i serramenti prefiniti che venivano proposti agli artigiani, realizzati all’epoca dalle varie Cooperative, e che hanno a mio avviso modificato il mercato abbassando la qualità ed aprendo le strade ai prodotti concorrenti, con il risultato di un impoverimento del settore che si è ancor di più manifestato con il cambio generazionale che non è mai avvenuto. Di fatto migliaia di piccoli artigiani del legno hanno semplicemente cessato la loro attività perché non erano più in grado di reggere, sia la concorrenza degli altri materiali, che le implicazioni legate alle Normative ed alle Leggi diventate nel frattempo obbligatorie.

Anche in questo caso vale il discorso fatto in precedenza e cioè la possibilità che vi facciano verificare in precedenza, la corretta Marcatura CE, il rispetto delle norme sulla posa dei serramenti. Diffidate di chi vi nasconde queste informazioni, questo probabilmente è un tentativo per non farvi sapere chi è il “fabbricante” o, cosa ancora peggiore, che non “Marcano CE”. Qualora il tutto fosse troppo complicato per Voi UNIONSERRAMENTI Serramentisti Italiani è a Vostra disposizione gratuitamente attraverso il nostro Blog per qualsiasi informazione.

Serramento in PVC:

Dopo aver trascorso quasi trent’anni nel mondo del serramento, dei quali una dozzina nello specifico settore del PVC, ritengo di avere maturato sia esperienza che competenze per poter consigliare nel migliore dei modi chiunque decida di acquistare un lotto di serramenti con questo materiale.

Come fondatore di ANFIT l’Associazione Nazionale per la Tutela della Finestra Made in Italy negli ultimi 9 anni ho cercato di tutelare la qualità del prodotto Made in Italy realizzato dalle aziende Italiane dall’attacco spregiudicato dei produttori dell’Est attraverso la leva del prezzo più basso.

Oggi con questo nuovo progetto mi ripropongo di rivolgermi al consumatore finale perché mi sono reso conto che se le richieste di un buon prodotto non vengono dal consumatore finale è molto difficile far cambiare la mentalità ed il modo di comportarsi di quasi tutti i serramentisti/rivenditori.

Un consumatore informato ritengo sia un ottimo interlocutore per persone competenti del settore, viceversa il fidarsi ciecamente di un conoscente o un’amico, purtroppo spesso si è rivelato un pessimo investimento.

Vi ho fatto questo intro perché l’acquisto di un lotto di serramenti può capitare al massimo un paio di volte nella vita di una persona per cui una scelta sbagliata potrebbe avere ripercussioni per moltissimi anni con danni che fra l’altro potrebbero aumentare con l’andare del tempo.

Come già in precedenza specificato i serramenti soprattutto quelli in PVC non sono tutti uguali anche se all’apparenza visivamente lo sembrano. Questo è uno dei motivi per esempio che hanno portato le GDO (le grandi aziende di distribuzione di materiali per l’edilizia) a commercializzare anche i serramenti marcati CE, ma siamo sicuri che siano in linea con la UNI 11173 2015 ? Ad esempio, io potrei tranquillamente acquistare una porta finestra a Padova presso una locale GDO ed istallare questa porta finestra magari al sesto piano a Trieste (??!!!) senza che nessuno mi dica che non sarebbe opportuno farlo a causa della Bora che può arrivare a soffiare anche fino a 180 km/ora .

Il serramento in PVC è formato da un profilo estruso che viene termosaldato agli angoli ed al suo interno, nelle specifiche camere viene inserito un rinforzo in acciaio zincato a spessore variabile, tale variabilità dipende appunto da dove viene installato il serramento stesso (per esempio a Trieste o in un’altra città meno a rischio vento) ma se anche uno non vivesse a Trieste prestazioni di un certo rilievo di Resistenza al Carico del Vento sono già previste dal terzo piano in poi anche in pianura. Vi rimanderei per maggiori ragguagli al capitolo Prestazioni e Caratteristiche tecniche.

Grazie alla termosaldatura degli angoli e alla presenza di camere interne al profilo separate fra loro l’intero sistema risulta molto performante dal punto di vista energetico con prestazioni del nodo anta e telaio che possono abbondantemente scendere sotto il valore U = 1W/mqK.

Purtroppo, con l’avvento dei limiti prestazionali imposti dal Decreto Minimi del 2015 il mercato ha premiato indiscriminatamente i prodotti con prestazioni bassissime di Trasmittanza Termica come quelli in PVC per esempio, a volte a scapito della luminosità degli ambienti a causa dei profili molto invadenti rispetto ad altri materiali magari meno performanti ma anche molto meno invasivi. Non fatevi influenzare troppo dalle prestazioni molto basse perché come già ribadito su edifici come quelli del nostro parco immobiliare anni 60/80 è molto difficile ottenere classi energetiche elevate quali A o B anche dopo un’ importante ristrutturazione. In conclusione vi consiglio di affidarvi a chi vi propone il giusto compromesso tra prezzo e prestazioni che presumibilmente si potranno ottenere anche dopo eventuali lavori di ristrutturazione.

Partiamo dal profilo in PVC bianco, e non colorato in massa che DEVE essere protetto da una pellicola, la quale necessariamente che deve rispettare in tutto il territorio italiano la mescola per il clima “S severo”, non voglio entrare in ulteriori tecnicismi ma come previsto dalla norma UNI 12608 la classificazione S o M (M per clima Medio) deve essere stampigliata sul profilo. Diffidate dei profili non marcati perché potrebbero non rispettare nessuna normativa con conseguenze nel tempo molto sgradevoli.

Le materie plastiche non sono tutte uguali e le loro mescole possono resistere al fuoco come deteriorarsi nel giro di 15 giorni al sole è per questo che sono state create le normative, per poter garantire al consumatore finale almeno un cinquantennio di vita dei serramenti acquistati.

Questa è la marcatura, sotto la responsabilità dell’azienda produttrice del profilo, del rispetto della norma EN 12608 Che in Italia prevede l’utilizzo della mescola in PVC in classe S (clima severo). In italia secondo la medesima norma la classe M (clima medio) non è consentita.

La tipologia dei profili utilizzati dalle varie aziende sono veramente molteplici e le sezioni possono avere dimensioni che vanno mediamente da 70 a circa 90 mm di spessore. Il numero delle “camere” interne al profilo può variare ma, attenzione, siccome è difficile riconoscere le camere che servono per migliorare l’isolamento termico, la migliore soluzione, come sempre, e la più semplice: verificare attraverso un certificato la prestazione del sistema. C’è anche in questo caso un trucco che i serramentisti/rivenditori disonesti attuano e cioè vi mostrano un test del sistema senza il rinforzo in acciaio il quale peggiora la performance del sistema finestra anche di due decimi (che non sono pochi).

Analizziamo ora il rinforzo in acciaio zincato, anche in questo caso non voglio entrare in tecnicismi estremi, ma ci sono alcuni parametri da rispettare in maniera rigorosa in quanto è il rinforzo in acciaio che garantisce nel tempo le prestazioni dichiarate dal “Fabbricante” soprattutto quelle di “Resistenza al Carico del Vento” vediamo quali sono:

Il rispetto del Decreto Ministeriale n° 100 del Giugno 2011 tramite una dichiarazione di non radioattività del metallo utilizzato;

Lo spessore del rinforzo che dovrà essere verificato in base alle prestazioni minime stabilite dalla Norma UNI 11173 del 2015 alle dimensioni e la tipologia del serramento. Per quanto riguarda il rispetto di questa norma vi rimando allo specifico capitolo Argomento Norma UNI 11173 del 2015;

Il tipo di zincatura a protezione dell’acciaio dagli agenti atmosferici; argomento molto importante in quanto è grazie anche alla zincatura che si possono garantire nel tempo le prestazioni dichiarate dal “fabbricante” nel tempo ed evitare l’ammaloramento del materiale anche se esposto in un ambiente. molto aggressivo, per esempio, nelle località di mare. Anche in questo caso bisogna richiedere oltre alle specifiche tecniche della zincatura anche i relativi certificati delle lamiere dalle quali si ottengono i profili di rinforzo

LE PRESTAZIONI E LE CARATTERISTICHE TECNICHE DEI SERRAMENTI

Analizziamo ora le prestazioni e le caratteristiche tecniche dei serramenti che naturalmente valgono per tutti i serramenti oggi in commercio sia in Alluminio, Legno, PVC, o misti e compositi. Le prestazioni più “importanti”, ma non sono le uniche, le abbiamo potuto verificare nell’argomento Marcatura CE , e sono:

  • Trasmittanza Termica del serramento
  • La Resistenza al Carico del Vento
  • La Tenuta all’Acqua
  • La Permeabilità all’Aria
  • La Capacità portante del dispositivo di sicurezza (Anta e Ribalta)

Un piccolo preambolo ritengo sia fondamentale per capire cosa sia successo al mercato del serramento che rappresenta anche il mercato dell’edilizia in generale dal dopo guerra ad oggi.

Come si sono costruite le case degli Italiani dal dopo guerra ad oggi? Ma fra l’altro così è sempre stato dall’Impero Romano in poi, con “mattoni” e con serramenti in legno o in ferro dai primi del 900, poi è arrivato l’Alluminio, ed infine dal 60/70 in poi ma con grandissima difficoltà, anche il PVC il quale si è affermato solo dal 2010 in poi grazie alle leggi, finalmente efficaci, sul Risparmio Energetico emanate nel 2005. Oggi il mercato è suddiviso fra i tre tipi di prodotto. Naturalmente le lobby di Alluminio e Legno hanno cercato in tutti i modi di boicottare il PVC, un avversario molto temibile proprio grazie alle caratteristiche tecniche dei prodotti che nel resto dell’Europa lo hanno visto primeggiare dal 1970 in poi semplicemente perché sono stati imposti limiti di Trasmittanza Termica, all’epoca severi, ma oggi neppure tanto, ma che hanno di fatto bloccato il mercato dell’Alluminio che risultava essere il più costoso a parità di prestazioni termiche. Il problema è proprio qui ovvero tutta la battaglia è stata giocata solo a questo livello, la Trasmittanza Termica , cercando di bloccare la richiesta da parte dello Stato di prestazioni serie che però avrebbero messo fuori mercato i prodotti “tradizionali” ed il risultato è stato quello però di un parco immobiliare di scarsissimo valore, dal punto di vista energetico, con prestazioni medie riconducibili alla Classe Energetica G ed un consumo medio di 190/220 Kw/mq anno, contro una media Europea di 70/75 Kw/mq anno. In pratica il parco edilizio nazionale è tutto da ristrutturare nei prossimi 30 anni. In realtà tutti i materiali sono in gioco sia per caratteristiche tecniche che ambientali le quali per un motivo o per l’altro di fatto si equivalgono, per cui la scelta di un materiale rispetto all’altro diventa di fatto un fattore legato alla situazione locale, all’estetica, ma anche da tanti altri fattori personali che potranno poi far decidere per un materiale rispetto a un altro, naturalmente in assenza di specifici vincoli territoriali.

Uno dei metodi di vendita quindi dei serramentisti/rivenditori è quello di dichiarare prestazioni di estremo rilievo soprattutto nella Trasmittanza Termica, nella Resistenza al Carico del Vento e la Tenuta all’Acqua (prestazioni relative all’intera commessa. )

Di fatto in parole povere la Trasmittanza Termica è un valore che stabilisce la perdita di calore attraverso un materiale, più bassa è la perdita energetica e minore sarà il consumo, nel caso del serramento, per riscaldare l’ambiente. Ma attenzione se vi propongono un serramento ad altissime prestazioni per esempio Uw = 0,6 W/mqK in un edificio anni 70 che non potrà mai andare anche dopo una buona ristrutturazione in Classe A, forse non state facendo una scelta corretta perché paghereste di più per un prodotto che non vi porterebbe un beneficio reale. Un bravo venditore dovrebbe essere in grado di essere anche un consulente in grado di proporvi il giusto compromesso prestazioni/prezzo valutando tutte le circostanze di contorno.

Analizziamo ora la Resistenza al Carico del Vento. Ho visto offerte che nella descrizione del prodotto proposto dichiaravano in maniera generale, quindi per tutti i serramenti del lotto, la prestazione di classe 4 o addirittura 5 di Tenuta al Carico del Vento che equivalgono a venti di 182 – 203 Km orari; la scala Beaufort riporta all’ultimo livello il dodicesimo – Vento di Uragano oltre 120 Km orari direi quindi che è decisamente una prestazione di tutto rispetto. Il video inserito in home è stato calcolato avesse una forza del vento di circa 150 Km orari ed è stato realizzato a Padova non nella Tornado Alley e nella scala Fujita che misura l’intensità delle trombe d’aria era un F1 su una scala fino ad F5; il video era del 2014 ma appena un paio di anni dopo tra Dolo e Mira nel veneziano un F2/3 oltre ad avere causato distruzione e milioni di euro di danni dove è passato, ha completamente raso al suolo anche una villa veneta (video) . Ma tutto questo non capita solo in Veneto purtroppo, ma in tutta Italia e si comincia purtroppo a parlare anche di vittime e con una frequenza sempre maggiore ed è per questo che come gruppo UNI abbiamo revisionato le prestazioni dei serramenti attraverso la norma UNI 11173- 2015. Il problema tornando alle prestazioni dei serramenti però è che questa prestazione può essere dimostrata attraverso un test di prova ITT sistema 3 (Initial Tipe Test) o attraverso un calcolo statico e generalmente i test sono stati realizzati su serramenti standardizzati 1230mm x 1480mm mono anta o due ante nel caso delle finestre e 1230mm x 2180mm mono anta o due ante nel caso della porta finestra. Perché ho riportato queste misure? Perché se i test ITT sono stati realizzati con queste dimensioni le prestazioni di Resistenza al Carico del Vento potranno essere utilizzate solo fino a quelle misure oltre, per poter dichiarare l’eventuale idoneità alla 11173 – 2015, dovranno sopperire con un calcolo statico. Per farvi un paragone in riferimento all’acquisto di un’auto, sarebbe come se il venditore vi garantisse che l’auto è una Euro 6 ma invece vi consegnerà una Euro 4, di fatto è una truffa, il più delle volte per ignoranza da parte degli addetti, ma sempre una truffa rimane . Se invece il serramentista/rivenditore vi specifica che le prestazioni sono riferite ad un test ITT specifico con le misure del serramento campione,, come ho insegnato alle aziende con le quali ho collaborato fino ad ora e quindi a specificarlo nelle offerte come possiamo essere certi del rispetto della UNI 11173- 2015. Vi rimando a leggere più attentamente il capitolo dedicato alla norma in questione.

Tutto quanto già in precedenza esposto vale anche per la prestazione della Tenuta all’acqua con la differenza che le prestazioni dei test ITT possono essere estese fino al 50% in più rispetto alle misure del test ITT.

Idem come sopra per la prestazione di Permeabilità all’Aria.

Un discorso a parte merita la prestazione relativa alla Capacità portante del dispositivo di sicurezza (Anta e Ribalta) anche in questo caso è obbligatorio il Test ITT realizzato presso un laboratorio accreditato e le misure del test sono fondamentali in quanto il test si dice superato solo fino a quella specifica misura e non si può calcolare. Per cui attenzione a richiedere aperture su serramenti troppo grandi se non coperti dai test.

Fino ad ora abbiamo parlato di Prestazioni ora analizziamo le Caratteristiche in senso generale dei serramenti.

I sistemi utilizzati per la realizzazione dei serramenti possono essere “a due guarnizioni” o a “giunto aperto” con tre guarnizioni; nel caso del tre guarnizioni comunque, perché il giunto aperto funzioni, il sistema deve fare lavorare solo due delle tre guarnizioni. Questa innovazione è partita negli anni 80 dal mondo dell’Alluminio perché durante le prove che allora si eseguivano per la tenuta all’Acqua, i serramenti in Alluminio avevano dei problemi di tenuta, in quanto le giunzioni ad angolo non erano termosaldate come nel PVC o incollate come nel legno, per cui c’era la necessità di fare evacuare l’acqua molto rapidamente, acqua che si accumulava tra anta e telaio del serramento e non riusciva ad uscire dai fori di scarico a serramento chiuso perché non c’era differenza di pressione, ovvero l’acqua che si depositava poteva uscire solo aprendo il serramento. Questo problema invalidava i test di prova perché questi per norma si interrompono non appena il serramento gocciola all’interno a serramento chiuso. Quindi permettendo all’acqua di essere evacuata attraverso il giunto aperto ma di fatto avendo sempre due guarnizioni venne di fatto risolto il problema.

Quello che alla fine a mio avviso conta restano sempre le prestazioni del sistema per cui essendo di solito le medesime sarà vostra cura scegliere una tipologia rispetto ad un’altra tenendo presente che le guarnizioni meno sono sottoposte a stress dovuto a sfregamento, per esempio per l’esposizione di coperte lenzuola o materassi ecc., meglio è.

LE PRESTAZIONI E LE CARATTERISTICHE TECNICHE DEI SERRAMENTI

Analizziamo ora le prestazioni e le caratteristiche tecniche dei serramenti che naturalmente valgono per tutti i serramenti oggi in commercio sia in Alluminio, Legno, PVC, o misti e compositi. Le prestazioni più “importanti”, ma non sono le uniche, le abbiamo potuto verificare nell’argomento Marcatura CE , e sono:

  • Trasmittanza Termica del serramento
  • La Resistenza al Carico del Vento
  • La Tenuta all’Acqua
  • La Permeabilità all’Aria
  • La Capacità portante del dispositivo di sicurezza (Anta e Ribalta)

Un piccolo preambolo ritengo sia fondamentale per capire cosa sia successo al mercato del serramento che rappresenta anche il mercato dell’edilizia in generale dal dopo guerra ad oggi.

Come si sono costruite le case degli Italiani dal dopo guerra ad oggi? Ma fra l’altro così è sempre stato dall’Impero Romano in poi, con “mattoni” e con serramenti in legno o in ferro dai primi del 900, poi è arrivato l’Alluminio, ed infine dal 60/70 in poi ma con grandissima difficoltà, anche il PVC il quale si è affermato solo dal 2010 in poi grazie alle leggi, finalmente efficaci, sul Risparmio Energetico emanate nel 2005. Oggi il mercato è suddiviso fra i tre tipi di prodotto. Naturalmente le lobby di Alluminio e Legno hanno cercato in tutti i modi di boicottare il PVC, un avversario molto temibile proprio grazie alle caratteristiche tecniche dei prodotti che nel resto dell’Europa lo hanno visto primeggiare dal 1970 in poi semplicemente perché sono stati imposti limiti di Trasmittanza Termica, all’epoca severi, ma oggi neppure tanto, ma che hanno di fatto bloccato il mercato dell’Alluminio che risultava essere il più costoso a parità di prestazioni termiche. Il problema è proprio qui ovvero tutta la battaglia è stata giocata solo a questo livello, la Trasmittanza Termica , cercando di bloccare la richiesta da parte dello Stato di prestazioni serie che però avrebbero messo fuori mercato i prodotti “tradizionali” ed il risultato è stato quello però di un parco immobiliare di scarsissimo valore, dal punto di vista energetico, con prestazioni medie riconducibili alla Classe Energetica G ed un consumo medio di 190/220 Kw/mq anno, contro una media Europea di 70/75 Kw/mq anno. In pratica il parco edilizio nazionale è tutto da ristrutturare nei prossimi 30 anni. In realtà tutti i materiali sono in gioco sia per caratteristiche tecniche che ambientali le quali per un motivo o per l’altro di fatto si equivalgono, per cui la scelta di un materiale rispetto all’altro diventa di fatto un fattore legato alla situazione locale, all’estetica, ma anche da tanti altri fattori personali che potranno poi far decidere per un materiale rispetto a un altro, naturalmente in assenza di specifici vincoli territoriali.

Uno dei metodi di vendita quindi dei serramentisti/rivenditori è quello di dichiarare prestazioni di estremo rilievo soprattutto nella Trasmittanza Termica, nella Resistenza al Carico del Vento e la Tenuta all’Acqua (prestazioni relative all’intera commessa. )

Di fatto in parole povere la Trasmittanza Termica è un valore che stabilisce la perdita di calore attraverso un materiale, più bassa è la perdita energetica e minore sarà il consumo, nel caso del serramento, per riscaldare l’ambiente. Ma attenzione se vi propongono un serramento ad altissime prestazioni per esempio Uw = 0,6 W/mqK in un edificio anni 70 che non potrà mai andare anche dopo una buona ristrutturazione in Classe A, forse non state facendo una scelta corretta perché paghereste di più per un prodotto che non vi porterebbe un beneficio reale. Un bravo venditore dovrebbe essere in grado di essere anche un consulente in grado di proporvi il giusto compromesso prestazioni/prezzo valutando tutte le circostanze di contorno.

Analizziamo ora la Resistenza al Carico del Vento. Ho visto offerte che nella descrizione del prodotto proposto dichiaravano in maniera generale, quindi per tutti i serramenti del lotto, la prestazione di classe 4 o addirittura 5 di Tenuta al Carico del Vento che equivalgono a venti di 182 – 203 Km orari; la scala Beaufort riporta all’ultimo livello il dodicesimo – Vento di Uragano oltre 120 Km orari direi quindi che è decisamente una prestazione di tutto rispetto. Il video inserito in home è stato calcolato avesse una forza del vento di circa 150 Km orari ed è stato realizzato a Padova non nella Tornado Alley e nella scala Fujita che misura l’intensità delle trombe d’aria era un F1 su una scala fino ad F5; il video era del 2014 ma appena un paio di anni dopo tra Dolo e Mira nel veneziano un F2/3 oltre ad avere causato distruzione e milioni di euro di danni dove è passato, ha completamente raso al suolo anche una villa veneta (video) . Ma tutto questo non capita solo in Veneto purtroppo, ma in tutta Italia e si comincia purtroppo a parlare anche di vittime e con una frequenza sempre maggiore ed è per questo che come gruppo UNI abbiamo revisionato le prestazioni dei serramenti attraverso la norma UNI 11173- 2015. Il problema tornando alle prestazioni dei serramenti però è che questa prestazione può essere dimostrata attraverso un test di prova ITT sistema 3 (Initial Tipe Test) o attraverso un calcolo statico e generalmente i test sono stati realizzati su serramenti standardizzati 1230mm x 1480mm mono anta o due ante nel caso delle finestre e 1230mm x 2180mm mono anta o due ante nel caso della porta finestra. Perché ho riportato queste misure? Perché se i test ITT sono stati realizzati con queste dimensioni le prestazioni di Resistenza al Carico del Vento potranno essere utilizzate solo fino a quelle misure oltre, per poter dichiarare l’eventuale idoneità alla 11173 – 2015, dovranno sopperire con un calcolo statico. Per farvi un paragone in riferimento all’acquisto di un’auto, sarebbe come se il venditore vi garantisse che l’auto è una Euro 6 ma invece vi consegnerà una Euro 4, di fatto è una truffa, il più delle volte per ignoranza da parte degli addetti, ma sempre una truffa rimane . Se invece il serramentista/rivenditore vi specifica che le prestazioni sono riferite ad un test ITT specifico con le misure del serramento campione,, come ho insegnato alle aziende con le quali ho collaborato fino ad ora e quindi a specificarlo nelle offerte come possiamo essere certi del rispetto della UNI 11173- 2015. Vi rimando a leggere più attentamente il capitolo dedicato alla norma in questione.

Tutto quanto già in precedenza esposto vale anche per la prestazione della Tenuta all’acqua con la differenza che le prestazioni dei test ITT possono essere estese fino al 50% in più rispetto alle misure del test ITT.

Idem come sopra per la prestazione di Permeabilità all’Aria.

Un discorso a parte merita la prestazione relativa alla Capacità portante del dispositivo di sicurezza (Anta e Ribalta) anche in questo caso è obbligatorio il Test ITT realizzato presso un laboratorio accreditato e le misure del test sono fondamentali in quanto il test si dice superato solo fino a quella specifica misura e non si può calcolare. Per cui attenzione a richiedere aperture su serramenti troppo grandi se non coperti dai test.

Fino ad ora abbiamo parlato di Prestazioni ora analizziamo le Caratteristiche in senso generale dei serramenti.

I sistemi utilizzati per la realizzazione dei serramenti possono essere “a due guarnizioni” o a “giunto aperto” con tre guarnizioni; nel caso del tre guarnizioni comunque, perché il giunto aperto funzioni, il sistema deve fare lavorare solo due delle tre guarnizioni. Questa innovazione è partita negli anni 80 dal mondo dell’Alluminio perché durante le prove che allora si eseguivano per la tenuta all’Acqua, i serramenti in Alluminio avevano dei problemi di tenuta, in quanto le giunzioni ad angolo non erano termosaldate come nel PVC o incollate come nel legno, per cui c’era la necessità di fare evacuare l’acqua molto rapidamente, acqua che si accumulava tra anta e telaio del serramento e non riusciva ad uscire dai fori di scarico a serramento chiuso perché non c’era differenza di pressione, ovvero l’acqua che si depositava poteva uscire solo aprendo il serramento. Questo problema invalidava i test di prova perché questi per norma si interrompono non appena il serramento gocciola all’interno a serramento chiuso. Quindi permettendo all’acqua di essere evacuata attraverso il giunto aperto ma di fatto avendo sempre due guarnizioni venne di fatto risolto il problema.

Quello che alla fine a mio avviso conta restano sempre le prestazioni del sistema per cui essendo di solito le medesime sarà vostra cura scegliere una tipologia rispetto ad un’altra tenendo presente che le guarnizioni meno sono sottoposte a stress dovuto a sfregamento, per esempio per l’esposizione di coperte lenzuola o materassi ecc., meglio è.

ISOLAMENTO ACUSTICO O PROTEZIONE DAI RUMORI ESTERNI

L’ambito della prestazione acustica dei serramenti è un argomento che mi ha sempre molto interessato dal punto di vista professionale perché purtroppo per esperienza diretta mi sono reso conto che l’isolamento acustico può diventare un serio problema anche di salute pubblica (ho vissuto per molti anni in un appartamento che confinava con un bar e con il quale sono stato in contenzioso per lungo tempo fino di fatto alla chiusura del locale probabilmente a causa della maleducazione degli avventori e delle troppe serrate inferte dallo Spisal con il supporto dell’ARPAV ed altre strutture territoriali). Per anni anche per questo motivo sono stato Membro tecnico del Gruppo di lavoro di Acustica dell’UNI ed in venti anni di attività abbiamo emanato e revisionato una importante serie di norme di settore.

Nel caso di una sostituzione dei vecchi serramenti il serramentista/rivenditore che vi garantisce prestazioni specifiche di isolamento acustico non vi dice la verità, ovvero possiamo sicuramente migliorare la situazione precedente ma da lì a dire che sicuramente ci riusciranno è veramente come vincere un terno all’otto. Troppi sono i fattori incidentali che regolano il mondo dell’acustica e la percezione ed il fastidio del rumore cambia da persona a persona.

Vi racconto un aneddoto che ritengo sia esaustivo per farvi comprendere il problema.

Nell’anno 2003 quando ancora ero consulente della Kommerling Italia multinazionale produttore di profili per serramenti in PVC sono stato il Direttore di cantiere del primo intervento di sostituzione di serramenti ad alte prestazioni su 11 appartamenti, nell’ambito del “Caso Pilota Genova” commissionato dal Ministero dell’Ambiente a Società Autostrade per cercare di risolvere i casi peggiori di inquinamento acustico dove le barriere fonoassorbenti non erano in grado di fare rientrare i valori previsti nel successivo Decreto Ministeriale 1 Aprile 2004. Per me fu una grandissima opportunità e per la mia professione un notevole balzo in avanti in un settore che praticamente era sconosciuto ai più. Mi ricordo ancora le lacrime di uno degli inquilini quando sigillammo l’ultimo dei serramenti che praticamente erano ad una distanza di circa 8 metri dal viadotto autostradale dove transitavano i veicoli pesanti generando un frastuono praticamente continuo sia di giorno che di notte. Dopo sei mesi, tornai nell’edificio oggetto dell’intervento per sentire le opinioni degli inquilini e fui molto sorpreso da quello che mi dissero, praticamente il problema con Società Autostrade era risolto ma se ne era di fatto aperto un altro fra gli appartamenti confinanti perché finito il frastuono proveniente dall’esterno cominciò quello interno compreso il fastidio di sentire gli insetti volare, ed altri rumori che prima erano sovrastati dal rumore dell’autostrada ecc. La morale di tutto ciò è che purtroppo il parco edilizio nazionale costruito dagli anni 55/60 in poi è inadeguato anche nel settore dell’acustica oltre che della termica con la differenza che la ristrutturazione in ambito termico la si può gestire ottenendo ottimi risultati mentre nel settore acustico purtroppo risulta molto complicato risolvere in maniera definitiva il problema soprattutto se si è in una area particolarmente disturbata. Vi consiglio comunque per problemi veramente seri di rivolgervi ad un tecnico competente in acustica in quanto il serramentista non ha le competenze per risolvere il problema al massimo potrà proporvi un buon sistema di serramento ed un valido progetto di posa ma, tornando al ragionamento fatto in precedenza sulla termica, è inutile montare un serramento a prestazioni acustiche elevatissime quando magari abbiamo una muratura di scarso spessore o senza coibentazione perché il rumore sicuramente si propagherà proprio da lì che di fatto diventa il punto più debole del sistema.

PRESTAZIONI MINIME

La norma UNI 11173 del 2015 stabilisce i valori minimi per la valutazione della
“Resistenza al carico del vento” e dipende da questi fattori, generalmente poco
noti anche agli addetti ai lavori:

  1. Il Comune dove verrà installata la finestra
  2. L’altezza dell’edificio
  3. La classe di rugosità del terreno
  4. La distanza dell’edificio dalla costa
  5. La zona vento dove verrà installata la finestra
  6. La quota dell’edificio rispetto al mare

Questa normativa poco conosciuta ma molto importante a mio avviso diventerà il metro di valutazione sulla base del quale studiare i futuri contenziosi relativi ai problemi di statica.
Ma nonostante l’importanza della norma ho purtroppo spesso constatato, durante le molte visite effettuate presso i serramentisti negli ultimi anni, che nelle etichette allegate ai singoli serramenti viene riportato troppo spesso il  valore NPD per quanto riguarda la prestazione della Resistenza al Vento ed alla mia domanda relativa al rispetto della UNI 11173 sono quasi tutti caduti dalle nuvole.
Posso contare sulle dita di una mano le aziende che hanno capito il messaggio che stavo loro rivolgendo e, se devo essere sincero, si tratta di aziende che trattano principalmente acciaio e alluminio.
A mio parere tutto l’equivoco nasce dal fatto che la tipologia del mercato
Italiano risulta molto diversa dal resto d’Europa; da questa diversità,
un’autentica anomalia, abbiamo comunque tratto il beneficio di preservare fino
ad ora il mercato italiano dall’attacco indiscriminato da parte delle grandi realtà
europee, soprattutto dell’est, a causa del nostro mercato molto frastagliato,
disperso in mille rivoli, dipendente, com’è, dalle abitudini locali, dove la
standardizzazione è un concetto ancora molto lontano.
Finestre piccole, grandi, grandissime; a tre, quattro o più ante; con sopraluce
o non; ad arco o sghembe . . .
Ad esempio: esistono intere aree, soprattutto nel nord/ovest nel settore della
ristrutturazione, nelle quali i 2,40 mt di altezza di una portafinestra sono la
base di partenza a salire delle portefinestre, quando i sistemisti europei, hanno eseguito test al massimo fino ai 2,40 mt per le porte
finestre, per giunta utilizzando rinforzi in acciaio maggiorati e ferramenta con
un alto numero di punti di chiusura, metodi spesso sconosciuti ai serramentisti.
Saper leggere un certificato ITT non è semplice ed il grosso problema è che se
i valori indicati vengono mal inseriti nei programmi dedicati al rilascio delle
etichette e delle dichiarazioni di conformità, il gioco è fatto e cioè si possono
dichiarare valori non conformi alle norme o alle richieste dei progettisti o, ancor
peggio, valori falsi, spesso inconsapevolmente.
Voglio fornire un esempio pratico dedicato al mondo del PVC.
Quando un progettista richiede una specifica prestazione, per esempio 40dB
di isolamento acustico e 3C di resistenza al vento, ogni singolo elemento della
commessa deve garantire quella specifica prestazione.
Ma spesso in una stessa commessa ci troviamo in presenza di finestre
particolarmente grandi o esposte ad una certa altezza (attenzione: basta un
edificio con h>10mt) o troppo vicine al mare (entro 15 Km dalla costa): al
verificarsi di tali condizioni i normali profili per portefinestre non vanno più bene
e debbono essere sostituiti da profili maggiorati o dai profili portoncino, a causa
sia del peso del vetro acustico ma soprattutto a causa del carico del vento.
E se ci domandassero di eseguire una portafinestra da 2,45 mt, magari da due
ante senza traversa, possiamo realizzarla o dobbiamo mettere la traversa?
Quasi tutti mi rispondono che sono disposti a costruirla, altrimenti il
committente troverebbe sempre qualcun altro disposto a farla.
Ma ogni singola proposta deve essere frutto di un calcolo statico che si deve
tramutare in convenienza per il cliente, per garantirgli la sicurezza ad un prezzo
decoroso e di mercato.
Nel resto dell’Europa, invece, la standardizzazione è quasi un obbligo: infatti le
finestre non possono essere grandi a causa del clima più rigido del nostro ed
inoltre non utilizzano tutte le tipologie che esistono da noi.
Per non parlare dei colori che il nostro mercato esige e dei loro accoppiamenti,
passando poi per la posa in opera e per i sistemi di oscuramento, che possono
variare da regione a regione . . . e chi più ne ha ne metta: una babele di
possibili situazioni di mercato, causa spesso di serie difficoltà, riguardanti anche
la sicurezza e di conseguenza la marcatura CE.
Negli innumerevoli incontri che ho avuto con i serramentisti ho avuto occasione
di visionare gli ITT (i test iniziali di tipo) a corredo della loro produzione ed ho
potuto verificare che spesso i test non erano sufficienti per la produzione
italiana: ovvero, le produzioni standard erano totalmente coperte e con ottimi
risultati, ma i particolarismi, che in Italia rappresentano oltre il 50% del
mercato, no.
Questa mancanza di dati si trasforma in valori NPD che se da un lato sono
dichiarabili in etichetta in realtà non sottendono a nessuna verifica statica dei
vari nodi che compongono i serramenti.
E’ per questo motivo e grazie alla collaborazione della ADSC, software house
specializzata anche nel settore della serramentistica è stato realizzato un
software per la verifica, oltre che della “trasmittanza termica” e di tutta la
procedura per la “marcatura CE”, (etichette, Dichiarazioni di Conformità,
redazione degli archivi storici ecc..), del calcolo statico dei serramenti in
base alla UNI 11173 del 2015, dei vari nodi e dei loro rinforzi, ma anche
dello spessore minimo dei vetri in base alle dimensioni delle lastre della
commessa.
Ricapitolando per poter essere relativamente tranquilli delle prestazioni
dichiarate dal serramentista basta porgli una semplice domanda e cioè :
Il suo ufficio tecnico possiede un software per la verifica delle prestazioni
minime che i serramenti dovranno rispettare secondo la Norma UNI 11173 –
2015 o ha un progettista interno che può eseguirne il calcolo statico? se la
risposta sarà evasiva significa che siete di fronte ad un serramentista che non
sarà in grado di farlo e non conosce la materia, per cui fate attenzione. “UNION
SERRAMENTI Serramentisti Italiani” è comunque a vostra disposizione in
maniera gratuita per verificare quanto vi è stato proposto.

LA SICUREZZA VETRARIA COME PREVISTO DALLA UNI 7697

La norma UNI 7697, è resa inderogabile dal Decreto Legislativo 6 settembre 2005, n. 206 Codice del consumo a norma dell’articolo 7 della legge 29 luglio 2003, n. 229. Tale decreto stabilisce che, in assenza di specifiche disposizioni comunitarie o di specifiche regolamentazioni nazionali, “la sicurezza del prodotto è valutata in base alle norme nazionali non cogenti che recepiscono norme europee, alle norme in vigore nello Stato membro in cui il prodotto è commercializzato, alle raccomandazioni della Commissione europea relative ad orientamenti sulla valutazione della sicurezza dei prodotti, ai codici di buona condotta in materia di sicurezza vigenti nel settore interessato, agli ultimi ritrovati della tecnica, al livello di sicurezza che i consumatori possono ragionevolmente attendersi.”

Questa importante normativa che è stata revisionata nel 2015 serve a garantire la sicurezza in uso dei vostri serramenti.

Ad esempio, tra le disposizioni della UNI 7697 revisione 2015 vi è l’obbligo di adozione di vetrate isolanti dotate di lastre interne di sicurezza nel caso siano poste ad altezza superiore di 100 cm dal piano di calpestìo. Tali vetri, possono essere di vetro temprato oppure stratificato così classificati per quanto riguarda la resistenza all’urto secondo UNI EN 12600: vetro temprato: classe minima 1C3; oppure se stratificato: classe minima 2B2. Sotto il metro naturalmente le vetrate che erano raggiungibili dovevano già essere di sicurezza con la precedente normativa.

Purtroppo, quando si parla di norme si entra sempre troppo nel tecnicismo, ma nel caso del vetro non si può scherzare e a tal proposito il mio consiglio è di utilizzare solo il vetro stratificato di sicurezza anche se vi dovessero proporre il vetro temprato che la norma prevede, come in genere fanno tutti i produttori dei paesi dell’est.

LA MARCATURA CE

La Marcatura CE indica la “Conformità Europea” di un qualsiasi prodotto commercializzato nel mercato comune Europeo. Ormai la maggior parte dei prodotti commercializzati in Europa devono possederla. È una Marcatura che ha lo scopo di garantire e tutelare la sicurezza dell’utente finale (non ne definisce, comunque, la qualità). Nel caso specifico dei serramenti è la norma EN 14351 che specifica come devono essere documentate le caratteristiche, i requisiti, le prestazioni, per poter apporre il marchio CE quali :
– Permeabilità all’aria
– Tenuta all’acqua
– Trasmittanza termica
– Protezione contro il rumore (Isolamento Acustico)
– Presenza di sostanze pericolose
– Capacità portante del dispositivo di sicurezza
– Resistenza all’impatto (solo per portefinestre vetrate con rischio di infortunio)
– Livelli di urto/altezza di caduta
– Resistenza meccanica e stabilità
– Resistenza al carico del vento

Per quanto riguarda quest’ultimo requisito vanno fatte alcune precisazioni: la EN 14351 offre due possibilità, o la verifica in laboratorio del valore, o il calcolo/verifica statica (link ad immagine n°5) del serramento stesso. Ma questo valore – che, a mio avviso, risulta il più importante, relativamente alla sicurezza dell’utente finale e che non a caso è il primo valore da segnalare in etichetta, in Italia può essere dichiarato con la sigla NPD (Nessuna Prestazione Determinata). Attenzione! La normativa lo permette; pertanto chi utilizza questo “escamotage” è in linea con il Regolamento, ma il fatto di dichiarare NPD non esclude la responsabilità del serramentista per quanto riguarda la sicurezza statica del serramento fornito. Il serramentista, quindi, qualora i test ITT (Test Iniziali di Tipo, resi obbligatori dalla EN 14351) in suo possesso non coprissero sia le dimensioni, sia la tipologia del serramento da fornire, per trovarsi tutelato e tutelare il proprio cliente dovrebbe fare una verifica statica (vedi immagine n°5) attraverso un puntuale calcolo del serramento da installare sulla base delle indicazioni rilevate durante il sopralluogo.

La norma UNI 11173 del 2015 stabilisce i valori minimi per la valutazione della “Resistenza al carico del vento” e dipende da tanti fattori, generalmente poco noti anche agli addetti ai lavori:
1) nome del Comune dove verrà installata la finestra;
2) altezza dell’edificio;
3) classe di rugosità del terreno;
4) distanza dell’edificio dalla costa;
5) zona vento dove verrà installata la finestra;
6) quota dell’edificio rispetto al mare.
Vista l’importanza di questa normativa abbiamo realizzato una specifica pagina di approfondimento sulla norma UNI 11173 – 2015.
Documentazione analoga dovrà essere rilasciata anche per i “sistemi di oscuramento” quali tapparelle, scuri, scuroni, persiane, veneziane ecc. di seguito verranno inseriti i facsimili dei documenti corretti anche per questi prodotti.

Vediamo ora i documenti che devono essere rilasciati al committente per una corretta Marcatura CE.
Vorrei fare qualche importante e preliminare considerazione in relazione a contenziosi ai quali ho partecipato in qualità di CTP (Consulente Tecnico di Parte) sia dalla parte del consumatore finale ma anche da parte del serramentista.
Una delle situazioni che ho maggiormente riscontrato è la mancata consegna della documentazione relativa alla Marcatura CE; questa situazione è contro legge in quanto la Marcatura CE deve seguire il materiale/prodotto consegnato in cantiere perché è lo strumento attraverso il quale si può accettare o meno la fornitura del materiale.
Nella Marcatura CE sono inseriti i valori prestazionali, prima richiamati, ma soprattutto il “fabbricante” figura prevista dal Regolamento Europeo 305/11.
Molti serramentisti/rivenditori non la consegnano accampando la scusa che verrà loro consegnata solo dopo l’avvenuto pagamento ma questo è un comportamento illegale.
Ho potuto verificare per esperienza diretta che chi si è comportato in questo modo è generalmente un importatore di serramenti provenienti in prevalenza dai paesi dell’Est e magari non aveva avvisato il proprio cliente di esserlo o cosa ancora peggiore lo aveva spacciato per un proprio prodotto o realizzato in Italia da una azienda italiana.
Quindi il primo consiglio che vorrei dare a riguardo è quello di farvi mettere per iscritto chi è realmente il fabbricante e se possibile farvi rilasciare una marcatura CE fac-simile di quella che poi vi dovrebbe poi essere consegnata al momento della consegna in cantiere dei serramenti (se non fosse possibile comincerei a dubitare del fornitore) . Inoltre, in Italia esistono altri obblighi Legislativi oltre ai documenti relativi alla marcatura CE dei serramenti.

Per la Legislazione Italiana:
– Dichiarazione di Prestazione dei serramenti ai sensi del Decreto Ministeriale 2 Aprile 1998 allegata alla medesima copia di un certificato di prova di Permeabilità all’Aria rilasciato da un Ente Terzo Accreditato; Un certificato di prova per la Trasmissione Luminosa del Vetrocamera (immagine N° 1);
– Dichiarazione di non radioattività
dei metalli contenuti nel sistema serramento ai sensi del Decreto Ministeriale 100 del Giugno 2011; (immagine N° 2)

Per la Marcatura CE ai sensi del Regolamento Europeo 305/11 :

  • Distinta dei serramenti; (immagine N° 3)
  • Documento di Accompagnamento alla fornitura; (immagine N° 4)
  • Dichiarazione verifica statica del serramento; (immagine N° 5)
  • Dichiarazione di prestazione DoP per famiglia prestazionale*; (immagine N° 6)
  • Etichette prestazionali; (immagine N° 7)
  • Dichiarazione che il prodotto non contiene sostanze pericolose; (immagine N° 8)
  • Manuale uso e manutenzione; (immagine N° 9)

Per la Marcatura CE dei sistemi di oscuramento ai sensi del regolamento Europeo 305/11:

  • Documento di accompagnamento all fornitura; (immagine N° 10)
  • Dichiarazione di prestazione (DoP); (immagine N° 11)
  • Etichette prestazionali; (immagine N° 12)
  • Manuale uso e manutenzione;  (immagine N° 9)

* Per famiglia prestazionale si intendono le medesime tipologie di finestre e porte finestre per cui nel caso di un lotto di serramenti comprendesse solo porte e finestre ad apertura a battente con anta e ribalta ci sarebbe una sola DoP più un numero di etichette pari ai serramenti del lotto; se nello stesso lotto ci fossero finestre a battente, finestre scorrevoli e porte finestre con apertura a libro ci sarebbero tre DoP e tante etichette quante sono le posizioni del lotto di serramenti.

POSA IN OPERA DEI SERRAMENTI

UNI 11673 : “Posa in opera dei serramenti. Parte 1: requisiti e criteri di verifica della progettazione”.

Cerchiamo di rendere semplice il concetto di una posa corretta.

Le maggiori perdite a livello energetico e di ammaloramento del vano murario, quando vengono installati ex novo o sostituiti i serramenti, avvengono perché non sono stati trattati opportunamente sia il “giunto primario”, che è il collegamento fra la muratura esistente ed il controtelaio, nel caso dell’ex novo o di nuova costruzione, e sia il “giunto secondario”, che è il collegamento fra il controtelaio ed il telaio del serramento o del vecchio telaio del serramento da sostituire. Ma cosa succede in questi due ambienti ben circoscritti se non opportunamente trattati a livello fisico? Succede che il vapore acqueo che è generato giornalmente da una famiglia media di 4 persone, circa 12 litri/giorno, cerca di migrare verso l’esterno attraverso proprio queste fessure che possono variare da 1 a svariati mm di spessore, nei casi peggiori, e l’aria calda e umida dell’ambiente interno scontrandosi con l’aria fredda esterna provoca l’effetto della condensa che in poco tempo potrebbe provocare seri danni al vano murario (più sotto ho riportato delle immagini esaustive del problema). Quindi una corretta progettazione del giunto di posa diventa fondamentale per far si che i vostri serramenti svolgano il proprio lavoro durante tutta la vita del prodotto, mediamente trenta/quarant’anni, mantenendo le prestazioni dichiarate dal fabbricante, in opera. Con i serramenti ad altissime prestazioni come oramai sono tutti i prodotti che vengono proposti oggi sul mercato, questo problema si aggrava sempre più a causa proprio delle elevate prestazioni di tenuta soprattutto all’Aria. Per farvi un esempio nei vecchi serramenti con una guarnizione, le perdite per ventilazione potevano raggiungere anche i 45/50 Mc/h contro gli attuali serramenti a due o tre guarnizioni che ne perdono 0,3 Mc/h, per cui se prima i fenomeni di muffe e condense si verificavano solo in determinate situazioni a causa della elevatissima ventilazione e della scarsissima tenuta all’aria dei vecchi sistemi oggi con i nuovi sistemi ad elevate prestazioni vengono aumentati in maniera esponenziale e tutti concentrati nel giunto di posa. Le norme per chi non lo sapesse non sono obbligatorie, lo possono diventare nel caso in cui una Legge le richiami oppure quando vengono inserite nelle voci del preventivo di spesa assumendo il ruolo di “lex Specialis” previsto dal Codice Civile. Diventano poi lo strumento dei CTU dei Tribunali per dirimere le cause in caso di contenzioso Civile. Per cui il primo consiglio è quello di farvi inserire nel preventivo il rispetto della Norma UNI 11673- 2017 e di conseguenza venga inserito il progetto di posa che poi resterà allegato alla documentazione che vi dovrà essere consegnata.

Vediamo ora cosa prevede la norma.

La norma definisce le metodologie di verifica dei requisiti di base dei “progetti di posa dei serramenti”, tali metodologie sono concepite per la verifica delle prestazioni dei giunti di installazione e della loro coerenza alle prestazioni dei serramenti. La norma si applica alla fase di progettazione esecutiva e di scelta dei materiali e dei componenti.
Tra i criteri generali sono ovviamente trattati l’isolamento termico e acustico. Per l’isolamento termico l’efficacia del giunto è determinata dal posizionamento del serramento all’interno del vano di posa, dalle caratteristiche degli elementi di connessione e dalle caratteristiche e dalle modalità d’impiego dei materiali di riempimento.
L’analisi del comportamento energetico con la valutazione delle isoterme sulla sezione diventa fondamentale.

“Le immagini sopra descrivono una posa scorretta in un edificio ad alte prestazioni energetiche “classe A” evento verificato senza che l’abitazione fosse abitata solo con lo scambio termico tra esterno ed interno” analisi dei ponti termici lineari sono le basi per la corretta analisi termica del serramento.

Per l’isolamento acustico il progetto di posa deve considerare innanzitutto la prestazione del prodotto dichiarata, espressa in termini di indice di valutazione di potere fono isolante Rw. Il sistema di installazione deve considerare quanto definito nella norma UNI 11296.

Lo studio e l’esecuzione di elementi di dettaglio del giunto, la conformazione del vano e i materiali utilizzati vengono analizzati nel dettaglio.

Inoltre, la norma definisce i requisiti di base per materiali di sigillatura, riempimento e isolamento.

La posa in opera secondo la regola dell’arte non esiste più e finalmente c’è una struttura normativa che definisce le metodologie da utilizzare per una corretta posa in opera del serramento.

SERRAMENTI CON FERRAMENTA ANTIEFFRAZIONE

Uno degli argomenti di vendita che i serramentisti/rivenditori utilizzano spesso riguarda la sicurezza dei loro prodotti ovvero che i serramenti da loro realizzati o commercializzati siano “antieffrazione” o con ferramenta “antieffrazione” ed utilizzano vetri “antisfondamento”. Dal punto di vista del consumatore finale ritengo sia importante sapere che per “antieffrazione” si intendono tutti quei serramenti che hanno superato gli specifici test previsti nei sistemi di certificazione CR2 o CR3 verificati in un laboratorio accreditato per questo genere di prove. Per CR2/3 si intendono i minuti che i serramenti devono resistere, non aprendosi, durante l’attacco da parte di un ladro che tenta di entrare nell’abitazione con attrezzature di tipo manuale quali piedi di porco, spranghe in acciaio, grossi cacciaviti ed altri utensili del genere. Credetemi è una prova molto seria e poche aziende hanno questo genere di certificazione e naturalmente i serramenti sono più costosi.

Qualsiasi altra proposta vi venga fatta da una azienda non certificata equivale alle altre grazie alla standardizzazione della ferramenta oggi in commercio che offre un buon grado di sicurezza generale ma sicuramente non “antieffrazione”, per cui sicuramente un argomento importante per una scelta consapevole ma che in genere è simile fra tutti i concorrenti presi in esame.

Come funziona un test antieffrazione?

La normativa europea prevede una serie di veri e propri test che le finestre devono superare per poter essere definite sicure. Un po’ come gli impressionanti ma preziosissimi “crash test” effettuati sulle nostre autovetture, così accade anche per le finestre. Per l’effettuazione dei test è necessario predisporre due campioni contenuti in una struttura perimetrale di irrigidimento, alla quale il prodotto dovrà essere adeguatamente fissato. Sul primo campione vengono effettuati i test di carico dinamico e statico, con relative misurazioni delle prestazioni, più una verifica preliminare di attacco manuale, che ha l’obiettivo di identificare le “zone deboli”. Sul secondo campione viene effettuato il vero e proprio test di attacco manuale, concentrandosi maggiormente sui punti deboli identificati nel test preliminare.

LA PREPARAZIONE

Negli appositi laboratori si tenta prima di deformarle con attacchi eseguiti da un macchinario che applica un carico fino a 300 kg sui punti deboli. Questa procedura viene ripetuta su tutti i punti specificati dalla norma.

LE MISURAZIONI DOPO L’URTO DA CORPO MOLLE

Successivamente viene simulato, con l’aiuto di un ruotino del peso di 50 kg definito come un corpo molle, un vero e proprio tentativo di intrusione con simulazione di attacco tramite spallate, calci o simili.

LA PROVA MANUALE DI SCASSO

Infine si passa al tentativo di scardinare i famosi punti deboli con l’aiuto dei più comuni attrezzi utilizzati dai ladri. Il test dura in totale 15 minuti: per poter entrare nella classe di resistenza 2 (RC2) la finestra, nell’arco di questo tempo di prova, dovrà resistere a 3 minuti interi di puro attacco. Quale ladro, trascorso tutto questo tempo, resterebbe ancora ad armeggiare nei pressi di una casa?

LA FINE POSITIVA DEL TEST

Come si può vedere nell’immagine della finestra che segue, il tecnico che ha effettuato il test non si è risparmiato.

La marcatura CE dei serramenti non prevede nella documentazione da rilasciare al consumatore il rispetto di questa normativa nazionale è per questo che consiglio sempre di farvi rilasciare le specifiche tecniche delle vetrate per il rispetto di quanto previsto dalla norma stessa.

UNION Serramenti Serramentisti Italiani è sempre a Vostra disposizione per eventuali consigli o per verificare in maniera gratuita la correttezza delle offerte che vi hanno inviato.

LA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE DEI SERRAMENTI

Quali sono i materiali per facciate e finestre più sostenibili?

Da uno studio condotto da Drees & Sommer risulta che utilizzare legno, alluminio o PVC porta ad avere gli stessi risultati in termini di sostenibilità.

Martedì 3 Febbraio 2015

Il parere comune e diffuso è che il legno sia il materiale per facciate e finestre più sostenibile. Per stabilire la veridicità di questa affermazione, il team di lavoro di Drees & Sommer, società di consulenza nel campo del real estate, in collaborazione con PE International, ha intrapreso uno studio approfondito per valutare la sostenibilità di diversi materiali utilizzati nelle facciate e nelle finestre. In particolare, lo studio si è concentrato su alluminio, legno e PVC, materiali che sono stati analizzati in termini ecologici, economici, funzionali e sociali. Gli esperti del team, inoltre, hanno determinato e confrontato altri fattori tra cui gli audit ambientali, i costi del ciclo di vita, i calcoli di comfort, e la separabilità dei materiali.

EDIFICI COMMERCIALI. Dal grafico è possibile notare che le differenze di performance dei diversi materiali impiegati in edifici commerciali sono tra loro minime.

EDIFICI RESIDENZIALI. Negli edifici residenziali la differenza tra i materiali, seppure minima, si nota comunque di più rispetto all’utilizzo in strutture commerciali.

CONCLUSIONI. Risultato del rapporto è che nessun materiale offre le migliori prestazioni di sostenibilità in termini assoluti secondo tutti i criteri individuati e che, dal punto di vista della sostenibilità, i diversi materiali sostanzialmente si equivalgono.

Ecologico, ecosostenibile, ecocompatibile. Su Internet spopolano queste e altre espressioni, ma bisogna prestare attenzione al significato che si nasconde dietro termini apparentemente simili.

Ecologico si riferisce a ciò che fa parte dell’ambiente naturale. In maniera analoga viene considerato ecosostenibile “ciò che porta ad agire l’uomo in modo che il consumo di risorse sia tale che la generazione successiva riceva la stessa quantità di risorse che noi abbiamo ricevuto dalla generazione precedente”. “Ecocompatibile” infine, termine usato spesso in architettura, si riferisce a immobili e processi che richiedono un consumo ridotto di risorse ambientali o che generano un basso livello d’inquinamento ambientale.

In edilizia sono sempre di più le case passive, costruite secondo criteri che permettono di ridurre le emissioni inquinanti grazie alla corretta esposizione dell’edificio e all’utilizzo di materiali isolanti. Quello che si tende a ignorare è che uno dei materiali più usati per isolare, la lana di roccia, è sì ecologico, ma anche molto “costoso” in termini ambientali. L’estrazione di questa materia, infatti, richiede la fusione della roccia vulcanica a una temperatura non inferiore a 1.500 gradi.

Per converso un prodotto che ha ben poco di naturale, come ad esempio lo pneumatico, può essere trasformato in piastrelle di gomma o in cordoli senza emissione di scorie o fumi nocivi.

Anche la produzione del PVC (Polivinilcloruro), un materiale plastico derivato dal petrolio, può essere considerato più ecosostenibile di altri. La realizzazione di questo prodotto, infatti, presenta un impatto relativamente basso nelle fasi di estrazione, trasporto e stoccaggio, ma anche durante il suo uso quotidiano e alla fine del proprio ciclo di vita.

Per questo è importante non limitarsi a considerare solo una faccia della medaglia e valutare in maniera critica l’impatto ambientale non solo di materie prime e prodotti finali, ma anche dei processi che stanno alla base della trasformazione.

Ho voluto riprendere questi due articoli scritti nel 2015, il primo indipendente ovvero senza interessi di parte nel consigliare i materiali da utilizzare ed il secondo scritto da me in quanto a mio avviso rappresentano la sintesi del “problema ambientale” del settore . Vorrei fare anche una doverosa e necessaria premessa in quanto nel settore sono conosciuto come il “difensore” dei serramenti in PVC vista l’attività di promozione che ho svolto per più di dieci anni per due delle più importanti multinazionali del settore. La mia attività però non era di vendita ma di promozione delle Norme e delle Leggi che regolavano il settore che per troppo tempo sono restate disattese soprattutto dal mondo professionale anche del settore Pubblico per non parlare dei serramentisti. Un lavoro immane visto il numero dei professionisti presenti nel territorio oltre 150.000. L’obbiettivo che ho sempre dichiarato durante i miei incontri era molto semplice a parità di prestazioni richieste il rapporto qualità/prezzo generalmente è a favore del serramento in PVC che guarda caso per questo motivo è il primo materiale utilizzato nella costruzione dei serramenti praticamente in tutta Europa. Ho voluto fare questa precisazione in quanto soprattutto in quel periodo la crescita molto importante dei serramenti in PVC a scapito dei tradizionali, Legno ed Alluminio, hanno costretto i serramentisti che non lo utilizzavano ad utilizzare qualsiasi mezzo pur di screditare il materiale diffondendo false notizie relative al pessimo impatto ambientale del PVC , al fatto di essere cancerogeno in quanto contengono “Ftalati” (cosa non vera in quanto gli ftalati servono a rendere morbido il PVC mentre i serramenti sono realizzati in PVC rigido) spingendosi addirittura a dire che i serramenti in PVC rendono sterili le persone!!!???. Successivamente il fenomeno si è placato soprattutto grazie all’arrivo sempre più importante dei serramenti di importazione che hanno permesso a questi serramentisti di diventare dei “produttori” a loro volta di serramenti in PVC. E proprio da questa indiscriminata importazione che hanno cominciato ad esserci i primi problemi relativi alle mancate prestazioni , al mancato rispetto delle Leggi e delle Normative in vigore in Italia in quanto non tutti i serramenti in PVC (ma anche gli altri) sono uguali come già in precedenza ampiamente spiegato. Una cosa che ritengo importante chiarire è che molti di questi serramentisti non dichiaravano e non dichiarano la provenienza dei prodotti da loro venduti a volte nascondendo la documentazione relativa alla Marcatura CE o falsificandola per cui vi rimando al capitolo della Marcatura CE per farvi vedere i documenti come devono essere realizzati per essere conformi al Regolamento Europeo 305/11. In definitiva nessuna remora nello scegliere un materiale rispetto all’altro dal punto di vista ambientale in quanto praticamente si equivalgono scegliete piuttosto con altri parametri ma mi raccomando lasciate il prezzo all’ultimo posto perché ricordatevi sempre il detto “chi più spende meno spende” ma sempre con la consapevolezza e conoscenza di quello che state acquistando. UNIONSERRAMENTI Serramentisti Italiani è comunque sempre a Vostra disposizione in maniera gratuita per le Vostre richieste.